TAP, il processo entra nel vivo

Giovedì 26 gennaio, alle 9:30, presso il Tribunale di Lecce avrà luogo la prima udienza dell’anno del processo che vede al tavolo degli imputati la società TAP AG, nella persona dei direttori dotati di potere di rappresentanza della società in Italia, l’ingegner Luca Schieppati e l’avvocato Elisabetta de Michelis, diciotto manager della stessa TAP e delle diverse società contrattate per la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). Tra questi ci sono il Country manager di TAP Michele Mario Elia; il project manager per l’Italia Gabriele Paolo Lanza, anche dipendente di Snam Rete Gas, società parte del gruppo Snam e azionista al 20% di Tap AG; Marco Paoluzzi di Technip Italy, direttore dei lavori per conto della società controllata dal gruppo TechnipFMC.

Sono passati più di tre anni dal decreto di citazione a giudizio, emesso il 18 dicembre 2019 a firma del pubblico ministero Valeria Farina Valaori. In mezzo, una pandemia globale, il cambio del pubblico ministero (Alessandro Prontera) e del presidente del Tribunale (Francesca Mariano), rinvii e sospensioni dei termini che hanno marcato il passo di questo processo.

Sono servite sei udienze nel corso del 2022 per accogliere le richieste di costituzione delle parti civili e affrontare le questioni preliminari prima di poter entrare nel vivo. 

Palazzo di giustizia di Lecce – foto no tap

Le accuse

Gli illeciti su cui verterà il processo comprendono reati ambientali commessi tra il novembre 2016 e il luglio 2019, legati alla costruzione del progetto e all’espianto degli ulivi in località “Le Paesane”, dove la Procura ha messo sotto sequestro l’area di cantiere nell’aprile 2018, poi dissequestrato una volta chiuse le indagini nel 2019.

Secondo il pubblico ministero, i lavori di preparazione, di costruzione del terminal di ricezione (PRT), del micro-tunnel e di posa dei tubi sarebbero avvenuti in assenza di permessi validi. L’autorizzazione di impatto ambientale (VIA) rilasciata nel 2014 e l’autorizzazione unica del 2015 non sarebbero infatti valide, in quanto non terrebbero conto degli impatti cumulativi del progetto.

Proprio a questi illeciti fa riferimento il capo 1 di imputazione, confermato dall’incidente probatorio svolto dal Tribunale con la partecipazione delle parti, che l’udienza del 12 dicembre ha confermato essere parte del fascicolo unitario 534/18. Nel corso della stessa udienza, la Presidente del Tribunale Francesca Mariano ha respinto le questioni preliminari proposte dalla difesa e confermato l’incidente probatorio come prova fondante per il capo 1 di imputazione.

“Tra le questioni preliminari respinte c’era anche la richiesta di esclusione di Tap e Saipem come responsabili civili nel processo” conferma Francesco Calabro, uno degli avvocati dei comuni e delle associazioni costituitesi parte civile.

La Procura ritiene non siano valide nemmeno le autorizzazioni di varianti in corso d’opera concesse dal ministero dello Sviluppo economico e relative all’espianto degli ulivi nella stessa località Le Paesane, passata alla cronaca per la violenta repressione della protesta popolare proprio contro lo sradicamento degli alberi.

Altri illeciti comprendono l’assenza di impermeabilizzazione dei cantieri identificati come “S1” e “S2” e area Conci del cantiere di San Basilio e lo scarico di acque reflue industriali, che avrebbero portato alla contaminazione della falda acquifera con sostanze pericolose, tra le quali il cromo esavalente.

L’udienza di giovedì

Giovedì 26 gennaio alle ore 9:30 presso il Tribunale di Lecce verranno ascoltati i  pubblici ufficiali chiamati dalla procura (ufficiali del NOE e della forestale).

Segui la diretta dell’udienzahttps://www.youtube.com/channel/UC2bQVOD_48BLundipxMtUfw

Per saperne di più:  https://www.recommon.org/tap-al-via-i-processi-il-punto-di-recommon/

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