SACE, l’assicuratore pubblico italiano, non supporterà finanziariamente l’East African Crude Oil Pipeline. Se costruito, sarà l’oleodotto riscaldato più lungo al mondo.
Un risultato ottenuto dopo un anno e mezzo di campagna, portata avanti da ReCommon insieme ai Fridays for Future, alla Campagna StopEACOP, al Movimento Laudato Sì.
Anche Euler Hermes, corrispettivo tedesco di SACE, si tira indietro.
SACE ed Euler Hermes, in quanto agenzie di credito all’esportazione, erano state approcciate per garantire con soldi pubblici gli investimenti privati delle società coinvolte nella costruzione della devastante opera, in quanto Uganda e Tanzania sono considerati contesti ‘a rischio’.
Senza il coinvolgimento degli assicuratori pubblici, attirare capitali privati risulterà sempre più difficile per Total e Chinese National Offshore Corporation (CNOOC), proponenti dell’opera.
«Un risultato frutto di un grande sforzo collettivo», commenta Simone Ogno di ReCommon, «La battaglia non è però finita: i lavori stanno andando avanti, con ripercussioni gravissime sulle comunità locali e l’ambiente. Se la finanza è il portafoglio della crisi climatica, dobbiamo fare di tutto per evitare che Total e CNOOC ottengano i capitali per realizzare il progetto, sia privati che pubblici, a partire dalla banca sudafricana Standard Bank e dall’assicuratore pubblico cinese Sinosure».