Intesa Sanpaolo e la banca del potere egiziano

Mentre la COP27 si appresta a chiudere i battenti con il timore di giungere a uno dei fallimenti più eclatanti della storia dei vertici sulla crisi climatica, val la pena ricordare e ribadire quali e quanti siano i legami d’affari tra Italia ed Egitto.

Nel nostro rapporto “La campagna d’Egitto”, raccontiamo di come il principale istituto di credito italiano, Intesa Sanpaolo, controlli Bank of Alexandria, o più semplicemente Alex Bank, ovvero la quinta banca del Paese con circa 1,5 milioni di clienti e 179 filiali. Alex Bank è senza dubbio uno dei capisaldi del potere egiziano fin dai tempi del presidente Anwar al-Sadat, ma è nel 2006, sotto il governo di Mubarak, che Intesa Sanpaolo acquista l’80 per cento delle sue quote. Partecipata anche dallo Stato egiziano, Alex Bank afferma di essere il canale privilegiato per gli investimenti italiani nei settori strategici per l’Egitto, tra cui spiccano infrastrutture e oil&gas, facilitando a suon di prestiti anche l’acquisto di armi per il regime.

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La campagna d'Egitto
La campagna d'Egitto
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Dal 2014 Alex Bank e Intesa Sanpaolo risultano coinvolte nella erogazione di prestiti per progetti strategici legati al settore energia e infrastrutture, e assumono un ruolo chiave nell’organizzare riunioni speciali di collegamento tra funzionari della parte italiana ed egiziana, sia a livello governativo che a livello privato. Emblematica è la vendita di Fincantieri, società della cantieristica navale del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, nel 2020 di due fregate Fremm Bergamini al regime egiziano, nel periodo in cui il dibattito sul mantenere o meno relazioni con il regime di al–Sisi è molto acceso a causa dell’omicidio del ricercatore Giulio Regeni. Un affare di 1,2 miliardi di euro reso possibile grazie al prestito garantito da SACE e il contributo di banche europee, tra cui Intesa Sanpaolo con una somma di circa 200 milioni di euro. Nessuna remora da parte del gruppo torinese a rafforzare i legami con il governo egiziano, come confermano i successivi finanziamenti al ministero della Difesa e delle Finanze egiziani nel periodo 2019–2020, rispettivamente di 235 milioni di dollari e 1,2 miliardi di dollari.

illustrazione ©Gabriel Vigorito/ReCommon

L’apporto finanziario del gruppo Intesa Sanpaolo e della sussidiaria Alex Bank si è confermato rilevante anche nell’industria egiziana dei combustibili fossili. Fra il 2018 e il 2019, Intesa ha concesso 140 milioni di dollari alla Egyptian General Petroleum Company, coinvolta in grandi progetti tra cui l’onnipresente mega-giacimento di Zohr.

Non stupisce quindi che Intesa Sanpaolo sia l’unica banca italiana presente alla COP27 in Egitto. Un vertice imperdibile per il gruppo di Torino, per l’opportunità di rafforzare i rapporti strategici con il regime autoritario di al-Sisi e per sfoggiare pubblicamente impegni per il clima e la transizione che in realtà nascondono il coinvolgimento finanziario in alcuni tra i progetti fossili più devastanti per il pianeta.

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