In seguito all’apertura dell’indagine della procura di Genova per presunte pratiche di corruzione e all’arresto dell’ex Presidente dell’Autorità Portuale di Genova e Commissario Straordinario per la diga foranea di Genova, Paolo Emilio Signorini, in carica fino all’estate del 2023, MIRA[1] desidera esprimere nuovamente la profonda preoccupazione riguardo al progetto della Diga Foranea di Genova e ne chiede la sospensione immediata in attesa di una rivalutazione completa alla luce delle risultanze delle indagini in corso.
Il progetto, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è considerato l’opera simbolo del PNRR italiano, per la sua complessità e per costo complessivo (per un valore iniziale di 1,3 miliardi di euro, ora arrivato a 2 miliardi di euro), beneficerà anche di finanziamenti pari a 264 milioni di euro dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) a favore proprio dell’Autorità di Sistema Portuale all’epoca diretta da Signorini. Questo rappresenta l’ultimo di una lunga serie di scandali che hanno scosso il panorama della governance pubblica ligure incaricata di gestire la realizzazione della diga foranea:
- In seguito agli esposti dell’ex procuratore della Corte dei Conti, Ermete Bogetti, la Procura di Genova ha avviato indagini sulle presunte anomalie nella gara d’appalto e sull’adattamento delle specifiche a favore di WeBuild, il consorzio vincitore;
- un’indagine dell’Ufficio del Pubblico Ministero Europeo (EPPO) è stata avviata per le presunte irregolarità riguardanti i fondi erogati dall’Unione Europea;
- un’indagine dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) avente ad oggetto le anomalie procedurali e il mancato rispetto dei principi di concorrenza e trasparenza nella procedura di gara.
Criticità che non riguardano solo aspetti finanziari e procedurali, ma sollevano anche dubbi significativi riguardo gli impatti ambientali e alla fattibilità tecnica del progetto. Esperti hanno evidenziato preoccupazioni riguardo alla conformità alle direttive europee sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e alla protezione della biodiversità, nonché alla rischiosa tecnologia di consolidamento del fondale marino proposta. Di fronte ai preoccupanti sviluppi degli ultimi giorni, MIRA chiede quindi che il progetto della Diga di Genova sia messo in stand-by per consentire una rivalutazione completa e super partes, che accerti se siano stati interessi particolari a determinare l’inserimento dell’opera nel PNRR e dunque lo stanziamento di risorse pubbliche per un’opera che rivela quotidianamente delle criticità non solo procedurali. Ricordiamo inoltre che la nuova diga foranea è la grande opera su cui fa perno l’intera ristrutturazione del Porto di Genova avviata e portata avanti dalla gestione Signorini in un regime di “eccezionalità” garantito da ultimo anche dalla normativa PNRR.
È essenziale che la Commissione europea e la BEI sospendano immediatamente i finanziamenti al progetto della Diga di Foranea di Genova in attesa di ulteriori chiarimenti e sviluppi delle indagini in corso. Inoltre, chiediamo al governo italiano di avviare un’inchiesta approfondita sulla gestione dei fondi e sull’accettazione dei progetti, al fine di garantire la massima trasparenza e legalità nel processo decisionale.
MIRA rimane impegnata a seguire da vicino gli sviluppi di questa vicenda e a sostenere anche le realtà territoriali con azioni concrete per garantire l’integrità e la trasparenza nell’implementazione dell’opera in corso.
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[1] MIRA è un progetto congiunto di ReCommon e CEE Bankwatch. È un progetto volto a promuovere la partecipazione attiva di piccole associazioni e comunità locali alla programmazione e alla gestione dei fondi europei, al fine di garantire una giusta transizione verso la neutralità climatica.