Riportiamo qui di seguito la lettera di solidarietà di Re:Common agli Stansted 15, gli attivisti che, attraverso un’azione diretta in aeroporto, hanno fermato la deportazione di sessanta persone dal Regno Unito verso la Nigeria e il Ghana. I quindici attivisti rischiano ora che diventi esecutiva la condanna all’ergastolo.
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Care Emma e Jo,
vi scriviamo per esprimere la nostra solidarietà e la nostra profonda preoccupazione per i procedimenti giudiziari presso il tribunale di Chelmsford che riguardano voi e le altre persone conosciute come “Stansted 15”. Conosciamo voi e la vostra linea politica e siamo al vostro fianco nell’azione pacifica che avete intrapreso nel marzo dello scorso anno, per fermare un volo charter destinato a condurre una deportazione brutale, segreta e a malapena legale.
Come denunciato da Amnesty UK, l’uso di una legislazione draconiana e l’accusa e la condanna per aver “messo in pericolo un aeroporto” ai sensi dell’Aviation and Maritime Security Act (legge sulla sicurezza aerea e marittima) del 1990 (una legge anti-terrorismo) è grossolanamente sproporzionato e costituisce un chiaro abuso di potere.
Condividiamo con voi anni di campagne per la giustizia economica e sociale in varie parti del mondo in cui le comunità subiscono violazioni dei diritti umani dovute alle attività delle imprese europee. Tra queste la Nigeria, probabilmente il luogo del Pianeta più colpito dalla violenza, dagli abusi e dalla devastazione ambientale collegati all’estrazione del petrolio.
Siete state in prima linea per sostenere il movimento popolare che resiste in Italia contro un devastante mega gasdotto, il TAP, una lotta per la giustizia di cui sia voi che noi siamo parte.
Quando siamo venuti a conoscenza del blocco pacifico di un volo charter da parte degli Stansted 15, un volo che avrebbe deportato ingiustamente sessanta persone in Nigeria e in Ghana, sapevamo che migliaia di persone come noi, impegnate quotidianamente in campagne per la giustizia a favore delle persone più vulnerabili, che vivono ai margini delle cosiddette democrazie, erano con voi.
Il risultato del vostro blocco durato 10 ore è stato che 11 persone – alcune di queste vittime di traffico di esseri umani, riconosciuto dal Modern Slavery Act (legge sulla schiavitù del Regno Unito) – sono ancora nel Regno Unito con i loro cari. Molti di loro potrebbero fare ricorso contro il governo, alcuni lo hanno fatto e hanno vinto.
Indipendentemente dalla decisione della corte che sarà resa pubblica a febbraio, la vostra azione pacifica ha salvato alcune vite e ha denunciato la pratica abusiva di espulsione che sta diventando comune nel Regno Unito e in altri paesi europei.
Uniamo le nostre voci a quelle di molti altri – come in questa petizione e in questa lettera pubblicata sul The Guardian – invitando il governo del Regno Unito a porre fine a politiche che generano un ambiente disumano e ostile, e a pratiche vergognose come le deportazioni. Chiediamo anche che venga risparmiato il carcere agli Stansted 15 (come chiesto in questo appello dei loro avvocati)
Avete ridato un senso alla lotta per i diritti umani e noi siamo al vostro fianco.
In solidarietà,
Alessandro, Antonio, Carlo, Elena, Giulia, Laura, Luca, Pippo
Re:Common