Quando mi sono candidata per entrare a ReCommon, non avevo ancora capito di cosa si occupasse l’organizzazione. Quello che non potevo sapere è che ci avrei messo almeno 6 mesi per metterlo a fuoco veramente.
Era il febbraio del 2020 quando sono diventata parte del collettivo di ReCommon e da allora insieme agli altri abbiamo iniziato a interrogarci sull’efficacia della nostra comunicazione, sulla chiarezza e non ultimo sulla sua inclusività.
Nel fare questo ci siamo ritrovati a riflettere sull’identità stessa di ReCommon, con l’esigenza di focalizzare gli obiettivi dell’organizzazione e del nostro agire. Un investimento di tempo ed energie da parte di tutto il collettivo, una scelta coraggiosa, quasi un lusso nel terzo settore, ma forse anche negli altri, perché la velocità con cui viaggia la comunicazione oggi sembra non lasciarti spazio al pensiero e alla riflessione. Invece quello spazio devi prendertelo.
Eravamo stanchi di essere confusi con un collettivo di giornalisti o di ricercatori e volevamo che fosse chiaro alle persone che ReCommon è un collettivo di attivisti, che fa informazione e ricerca con la stessa professionalità e tenacia di sempre ma non fine a se stessa, quanto per innescare un cambiamento, per realizzare una trasformazione.
Da qui è nata l’idea del nuovo logo, un cerchio spezzato: la volontà di cambiare, da una parte l’eterno ripetersi degli eventi e delle ingiustizie, dall’altra il nostro desiderio urgente di spezzare la ruota che fa girare l’economia, la politica, il sistema.
E quindi il payoff, cinque parole per raccontare perché esistiamo: Contro le ingiustizie per natura. La lotta contro le ingiustizie è qualcosa di cui non possiamo fare a meno, è nella nostra natura. La forte componente di attivismo dell’organizzazione è finalmente messa al centro, con un richiamo alla natura in quanto territorio e soprattutto comunità e persone che lo abitano.
L’ultimo passo di questo grande cambiamento è il nuovo sito, quello in cui vi trovate proprio ora. È il nostro nuovo spazio virtuale, l’abbiamo costruito pezzo per pezzo affinché tutto il nostro impegno potesse essere raccontato e chiunque potesse avvicinarsi a noi, attingere dal nostro lavoro, condividerlo ma anche commentarlo, arricchirlo, farlo suo e portarlo nella sua realtà e nelle sue lotte.
Questo è il nostro nuovo spazio, speriamo che lo troviate accogliente quanto noi e che diventi un po’ anche il vostro.