L’Eni sbaglia a non attendere il giudizio dei tribunali di Milano e Abuja sulla presunta corruzione nell’Opl 245

Re:Common critica la decisione di Eni di intraprendere un’azione legale contro la Nigeria riguardo alla ritardata conversione della licenza petrolifera esplorativa offshore Opl245 in un permesso di sfruttamento dei giacimenti.

Eni ha impugnato l’accordo bilaterale sugli investimenti tra la Nigeria e i Paesi Bassi presso la International Court of Settlement on International Investment (ICSID) della Banca mondiale di Washington.[1] Gli arbitrati internazionali privati, quali quelli presso l’ICSID, sono stati aspramente criticati dalla società civile internazionale perché parziali e sbilanciati verso le imprese multinazionali, privi di trasparenza e capaci di minare la giurisprudenza delle corti nazionali sovrane.

Secondo la documentazione presentata dall’Eni in un procedimento collegato presso il tribunale del Delaware negli USA, l’azienda sostiene che la Nigeria “si rifiuta di rispettare i suoi obblighi nei confronti dell’Eni di convertire l’OPL 245 in una licenza per l’estrazione di petrolio”[2] in quanto la licenza OPL 245 sarebbe il prodotto della corruzione. Eni è attualmente sotto processo a Milano per presunta corruzione legata all’affare OPL 245 e la sua controllata nigeriana è perseguita anche in Nigeria. L’Eni nega ogni accusa. La licenza esplorativa per l’OPL 245 scade a fine aprile 2021 e senza di essa l’Eni non avrebbe più diritti sul blocco petrolifero.

Re:Common ritiene che il governo nigeriano debba mantenere ferma la sua posizione di attendere la fine dei procedimenti giudiziari in Italia e in Nigeria per prendere una decisione sulla licenza. Per altro Re:Common nota che Eni e il suo partner Shell, da quando hanno ottenuto la licenza nel lontano aprile 2011, hanno svolto ben pochi lavori esplorativi e per altro al 2019 risultava ancora sospeso l’esito della gara di appalto per la nave FPSO per lo sfruttamento dei campi offshore.[3]

Re:Common sottolinea anche con preoccupazione che l’azione legale all’ICSID sia avvenuta tramite le controllate olandesi di Eni, Eni International BV e Eni Oil Holdings BV, nonostante anche l’Italia abbia in vigore un accordo bilaterale sugli investimenti con la Nigeria. In Olanda dal 2015 è in corso un’indagine su Shell con diverse accuse sullo stesso caso. Re:Common ritiene che se in merito a questa vicenda Eni opera con un chiaro legame giurisdizionale in Olanda, allora i pubblici ministeri olandesi dovrebbero considerare di estendere l’indagine anche all’azienda italiana.

Per Re:Common la Nigeria è più che legittimata a chiedere i danni a Eni e Shell per il loro operato corruttivo secondo la pubblica accusa, come effettuato nell’ambito del processo in corso a Milano.[4] Rimane in ogni caso singolare, per non dire poco rispettoso della sovranità di ben due paesi, che  con ben due processi in corso in Italia e Nigeria con accuse di corruzione l’Eni decida di muovere un arbitrato internazionale contro il paese africano che è stato legittimamente riconosciuto come parte civile, in qualità di vittima, dal tribunale di Milano. Poiché l’Eni è controllata con una golden share dallo Stato italiano, la scelta del management dell’Eni mette a serio rischio le relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Nigeria.

Eni sta anche cercando di ottenere documenti dagli studi legali statunitensi Poplar Falls e Drumcliffe Partners, che stanno finanziando le azioni dello studio legale nigeriano Johnson e Johnson per conto della Nigeria per ottenere da Eni e Shell il risarcimento dei danni per l’accordo OPL 245. Eni sostiene che le richieste di risarcimento danni siano “guidate da interessi non rivelati”[5]. L’Eni suggerisce che “più fonti stanno esercitando il controllo sulla FRN [Federal Republic of Nigeria]”[6] in relazione a una richiesta di risarcimento danni da un miliardo di dollari contro l’Eni a Milano. Re:Common ritiene legittime alcune delle preoccupazioni sugli accordi di finanziamento che sono diventati da tempo di pubblico dominio e che sia giusto criticare l’operato dell’Attorney General della Nigeria, in quanto non ha agito per chiarire tali accordi. Ma la presunta teoria del complotto di Eni è fuori discussione, poiché in Delaware l’azienda non ha presentato alcuna prova di presunte forze oscure al lavoro dietro le quinte. Re:Common ritiene che ciò che sta dietro la rivendicazione della Repubblica della Nigeria a Milano è semplicemente una più che legittima ricerca della giustizia.

Si ricorda che l’Eni è stata coinvolta in precedenza in un’indagine presso il Tribunale di Siracusa sulla base di un’esposto che promuoveva teorie di cospirazione infondate, volte a screditare alcuni amministratori della società che hanno sollevato dubbi sull’accordo OPL 245. Il caso è stato archiviato e ha portato invece a un’indagine della Procura di Milano sul presunto “complotto” che sarebbe stato architettato anche da alcuni funzionari dell’Eni per depistare il procedimento a Milano sull’Opl245.


[1]     https://icsid.worldbank.org/cases/case-database/case-detail?CaseNo=ARB/20/41

[2]     IN THE UNITED STATES DISTRICT COURT FOR THE DISTRICT OF DELAWARE, MEMORANDUM IN SUPPORT OF EX PARTE APPLICATION OF ENI S.P.A. FOR AN ORDER PURSUANT TO 28 U.S.C. § 1782 GRANTING LEAVE TO OBTAIN DISCOVERY FOR USE IN FOREIGN PROCEEDINGS, 6 Ottobre 2020

[3]     https://www.eni.com/assets/documents/Domande-e-Risposte-prima-Assemblea-14-maggio-2019.pdf p.129

[4]     https://dirittopenaleuomo.org/wp-content/uploads/2020/09/Trascr.-ud.-9.9.20.pdf

[5]     IN THE UNITED STATES DISTRICT COURT FOR THE DISTRICT OF DELAWARE, MEMORANDUM IN SUPPORT OF EX PARTE APPLICATION OF ENI S.P.A. FOR AN ORDER PURSUANT TO 28 U.S.C. § 1782 GRANTING LEAVE TO OBTAIN DISCOVERY FOR USE IN FOREIGN PROCEEDINGS, 6 Ottobre 2020

[6]     IN THE UNITED STATES DISTRICT COURT FOR THE DISTRICT OF DELAWARE, MEMORANDUM IN SUPPORT OF EX PARTE APPLICATION OF ENI S.P.A. FOR AN ORDER PURSUANT TO 28 U.S.C. § 1782 GRANTING LEAVE TO OBTAIN DISCOVERY FOR USE IN FOREIGN PROCEEDINGS, 6 Ottobre 2020

Resta aggiornato, iscriviti alla newsletter

Iscrivendoti alla newsletter riceverai aggiornamenti mensili sulle notizie, le attività e gli eventi dell’organizzazione.


    Vai alla pagina sulla privacy

    Sostieni le attività di ReCommon

    Aiutaci a dare voce alle nostre campagne di denuncia

    Sostienici