La linea dura del presidente Buhari

Muhammadu Buhari, presidente della Nigeria, Chatham House, CC BY 2.0

[di Luca Manes] pubblicato su Nigrizia.it

Nessun passo indietro. Il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha rigettato la “linea morbida” del ministro della giustizia Abubakar Malami sul caso OPL 245. Per il mega giacimento offshore di petrolio, la cui licenza è stata acquistata da Eni e Shell nel 2011, sono entrate nelle casse dello stato solo 210 milioni di dollari, mentre 1,1 miliardi sono prima passati per un conto governativo presso la JP Morgan a Londra per poi volatilizzarsi in tangenti, si presume pagati in buona parte ai vertici della precedente amministrazione. Tra questi ultimi si pensa ci fosse anche l’ex presidente Goodluck Jonathan.

Per questa ragione Buhari vuole che i procedimenti giudiziari nei confronti dei soggetti accusati di aver pagato la più grande tangente del secolo vadano avanti anche nel paese africano, così come non si sospenda la causa civile che corre parallela al processo in fase di svolgimento a Milano. Il presidente non ha accettato nemmeno la proposta di sottoscrivere nuovi accordi con Eni e Shell e intende chiedere ai ministri del petrolio e dello sviluppo di iniziare le attività estrattive presso il giacimento.

Sui media nigeriani si sottolinea come la decisione di Buhari sia motivata in parte anche dalla prima sentenza sul caso OPL 245, la condanna a quattro anni di reclusione inflitta ai due intermediari Emeka Obi e Gianluca Di Nardo lo scorso settembre. L’Economic and financial crimes commission (Efcc, l’agenzia anti-corruzione della Nigeria) deve quindi continuare le sue indagini che, oltre ai manager delle due oil majors, riguardano anche l’ex ministro della giustizia Adoke Bello e l’ex ministro del petrolio Diezani Alison-Madueke.

L’intenzione del presidente della Nigeria sembra, dunque, quella di recuperare per via giudiziaria la totalità dei fondi sottratti al suo paese dai vari protagonisti di questa oscura vicenda, a partire dal ministro del petrolio dei tempi del dittatore Sani Abacha, che nel 1998 si era di fatto auto-intestato la licenza OPL 245 per poco meno di 20 milioni di dollari. Si stima che il giacimento possa custodire fino a nove miliardi di barili di petrolio.

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