La Corte dei Conti bacchetta l’Eni

distributore Eni ©foto Shutterstock

Nella sua relazione annuale di controllo sull’Eni – società per il 30 per cento ancora di proprietà dello Stato – la Corte dei Conti lancia un grido d’allarme sui conti della più importante multinazionale italiana.

Come riporta il massimo organismo di controllo italiano, nel 2019, in una situazione di flessione dello scenario petrolifero e del più accentuato calo dei prezzi del gas a causa dell’eccesso di offerta globale e della contrazione della domanda asiatica, Eni ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 2.978 milioni di euro, in diminuzione di 195 milioni rispetto al 2018 a causa della riduzione del risultato operativo (-1.844 milioni) e dei maggiori oneri di imposta (387 milioni).

La flessione interessa anche l’utile netto del Gruppo, pari, nel 2019, a 155 mln di euro rispetto ai 4.137 mln del 2018 e il suo patrimonio netto, comprese le interessenze di terzi, è diminuito di 3.177 mln, passando da 51.016 mln al 31 dicembre 2018 a 47.839 al 31 dicembre 2019 per effetto, principalmente, del decremento dell’utile dell’esercizio (-3.978 mln).

“Tali risultati” – sottolinea la Corte – “sono maturati in un contesto operativo e di mercato caratterizzato dal rallentamento del ciclo macroeconomico globale, nonché da sviluppi geopolitici avversi che hanno aumentato l’incertezza negli operatori, condizionando in alcune aree specifiche in modo diretto la performance dell’Eni, che, tuttavia, ha rivisto a più riprese i piani industriali e i programmi operativi mettendo in campo un insieme di azioni finalizzate a rafforzare la liquidità e la struttura patrimoniale, difendere la redditività e aumentare la resilienza allo scenario in attesa di tornare a crescere, accelerando nel contempo l’evoluzione del business in chiave low carbon”.

Nel comunicato stampa che ha accompagnato la pubblicazione del rapporto si legge di “ulteriori sviluppi negativi, da monitorare attentamente per l’impatto sui risultati operativi e sul cash flow dell’Ente, si osservano nel primo semestre 2020, con la riduzione media del 40% rispetto al primo semestre 2019 del prezzo del Brent di riferimento del petrolio e una flessione media del 50 % del prezzo del gas naturale.

Insomma, una situazione tutt’altro che incoraggiante e che va monitorata da vicino, come evidenzia la Corte dei Conti.

Nel frattempo sul fronte giudiziario riparte il processo OPL 245, ormai alle battute finali. Oggi sarà il turno delle difese di Eni e Shell, alla sbarra insieme ai loro manager e agli intermediari accusati di corruzione internazionale. Seguiteci sui nostri account social per aggiornamenti e commenti sui momenti salienti dell’udienza.

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