Re:Common accoglie con soddisfazione la decisione storica presa ieri dal board dei direttori esecutivi della Bei, la Banca europea degli investimenti. Con l’approvazione della nuova strategia di sostegno al settore energetico, la Bei è la prima banca pubblica multilaterale a mettere fine ai prestiti ai combustibili fossili dalla fine del 2021: petrolio, carbone e gas.
La riunione è durata undici ore, i maggiori azionisti della Bei – compresa la Germania, la Francia e l’Italia – hanno votato a favore della strategia, ma sei paesi si sono astenuti dal voto. La pressione continua di decine di organizzazioni, tra cui Re:Common, e migliaia di attivisti in tutta Europa che per undici mesi hanno organizzato azioni chiedendo che la Bei mettesse fine al proprio sostegno all’industria fossile – con l’hashtag #fossilFreeEIB – alla fine ha portato a questa decisione.
Portiamo a casa un risultato storico, dopo quasi venti anni di campagna contro le decine di progetti devastanti che la Bei ha finanziato nel settore estrattivo. Alcuni di questi progetti siamo riusciti a fermarli, altri purtroppo no. Cambiare la strategia di prestito della banca era fondamentale per mettere un argine a un settore in particolare, quello del gas, che è riuscito negli ultimi anni a ottenere sempre più legittimità (e sostegno politico e finanziario) grazie a una lobby spietata condotta dall’industria nelle capitali e nei corridoi di Bruxelles. Niente di più falso della narrazione dominante sul gas, “combustibile di transizione”, “meno inquinante” e via discorrendo. E per fortuna sempre più soggetti nel mondo finanziario se ne stanno rendendo conto.
Ma non è finita qui. La storia ci insegna che i cambiamenti avvengono se la pressione rimane alta, se a muoverci siamo in tanti, e se abbiamo la capacità di distinguere vere e false soluzioni a ogni passo che muoviamo. Aspettiamo di vedere il testo definitivo approvato dalla Bei (che verrà presentato oggi in conferenza stampa, ndr) per capire l’entità delle falle di questo documento, che l’industria del gas potrebbe utilizzare per continuare a ricevere sussidi. Ci sono oltre 55 progetti per nuovi gasdotti e rigassificatori approvati dalla Commissione europea come “progetti di interesse comune”, che cercheranno finanziamenti dalla Bei entro il 2021. E ci sono decine di altri progetti di adattamento delle infrastrutture di trasporto del gas, o di nuove centrali a gas che società come Enel e A2A vorrebbero costruire al posto delle esistenti centrali a carbone, vincolandoci comunque alla dipendenza dal gas fossile per almeno altri cinquant’anni. Queste sono solo alcune delle false soluzioni che dobbiamo continuare a contrastare. Per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.
La strada è ancora lunga, ma oggi è sicuramente un giorno in cui celebrare.
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