L’imprenditore ceco che blocca la transizione energetica

Un oligarca, un miliardario, un magnate dei media, un barone del carbone e del gas. Sono solo alcuni aspetti che emergono sull’imprenditore ceco Daniel Křetínský dal nuovo report “Fossil Hyena: How Daniel Křetínský’s EPH Destroys the Climate, Profits from Energy Poverty and Threatens Democracy”, pubblicato dalla organizzazione ceca Re-set.

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EPH, una minaccia per il futuro della Repubblica Ceca, dell’Europa e del mondo
EPH, una minaccia per il futuro della Repubblica Ceca, dell’Europa e del mondo
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Křetínský è un uomo d’affari con una presenza ingombrante in gran parte dei settori dell’economia della Repubblica Ceca. Un business che ruota attorno alla polvere nera del carbone e in modo particolare incentrato sulle attività di EPH, principale compagnia energetica della Paese, di cui il magnate è proprietario e su cui ha fondato il proprio impero finanziario e di interessi.

Come spiega il documento di Re-set (disponibile in versione integrale in lingua inglese), EPH è tra le compagnie che hanno dominato il business del carbone in Europa e tutt’ora risulta tra le società europee con i peggiori progetti in termini di decarbonizzazione. Come parte della propria attività di speculazione sulla crisi climatica, EPH si è spesso distinta per l’acquisto di miniere e centrali a carbone obsolete, in fase di dismissione o particolarmente inquinanti, prolungandone l’operatività e contemporaneamente facendo pressione sui governi per ottenere compensazioni in caso di chiusura dell’impianto.

Mappa delle centrali EPH in Europa – dal Report “Fossil Hyena: How Daniel Křetínský’s EPH Destroys the Climate, Profits from Energy Poverty and Threatens Democracy”

Oltre che sul fronte del carbone, Křetínský sta indirizzando EPH ad avere un ruolo chiave anche nel mercato del gas. La compagnia ceca è infatti uno dei principali importatori di gas fossile russo, essendo proprietaria delle infrastrutture che trasportano gas attraverso Ucraina e Slovacchia, e ha piani ambiziosi di sviluppo delle infrastrutture del gas in Unione Europea. Un business che permette all’oligarca di fare soldi a palate, considerando il raddoppio dei profitti a scapito di una grave impennata dei prezzi che sta portando al lastrico le famiglie della Repubblica Ceca.

Un impero fossile che in passato ha beneficiato degli ingenti finanziamenti di UniCredit e delle coperture di Assicurazioni Generali. Il Leone di Trieste, in particolare, ha un posto d’onore come storico assicuratore di EP Produzione, sussidiaria di EPH in Italia. Approfittando dell’ultima asta pubblica per i sussidi del mercato elettrico della capacità (capacity market), EPH sta foraggiando l’espansione delle centrali a gas in Italia, come nel caso dell’impianto di Ostiglia, in provincia di Mantova.

Nel piccolo comune della Bassa padana, EP Produzione si è aggiudicata l’ampliamento dell’attuale centrale termoelettrica. Si tratta di una nuova unità a turbogas che, secondo quanto previsto dal meccanismo del capacity market, verrà accesa saltuariamente su richiesta di Terna per garantire la stabilità della rete e l’adeguatezza del sistema di trasmissione elettrica, moltiplicando così gli eventi che comportano maggiori emissioni nocive per l’ambiente e la salute, ovvero accensione e spegnimento. (Per un maggiore approfondimento sugli effetti sulla salute della combustione di gas fossili, si veda il recente rapporto lanciato da HEAL, ISDE e ReCommon)

Nonostante il silenzio della politica locale, cittadini e attivisti continuano a opporsi al progetto e a fare opera di sensibilizzazione sugli impatti della nuova centrale, di cui sono già iniziati i lavori di costruzione. Un business milionario sulle spalle del pubblico quindi andato a buon fine per EPH, diversamente da quanto accaduto con la proposta da parte del gruppo ceco della conversione a gas della centrale a carbone di Fiume Santo nel Nord della Sardegna, il cui procedimento è stato sospeso dalla stessa società a giugno 2022, visti i margini di guadagno limitati con le attuali condizioni nel mercato del gas in assenza di lauti sussidi.

La presenza di EPH in Italia e le relative mire espansionistiche sul settore del gas sono solo un  esempio del concreto rischio che gli interessi di Křetínský costituiscono per una reale giusta transizione energetica ed ecologica in Europa. Un sistema di relazioni e di concentrazione di potere che Re-set ha deciso di denunciare a sostegno delle comunità locali che continuamente vedono soffocare le proprie rivendicazioni in nome degli interessi di grandi corporation fossili.

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