Il Forum sulle grandi opere inutili

La Val Clarea sventrata dai lavori per la TAV (foto da www.notav.eu)
La Val Clarea sventrata dai lavori per la TAV (foto da www.notav.eu)

[di Elena Gerebizza] pubblicato su Il Manifesto del 13 luglio 2012

Grandi opere inutili e imposte dall’alto. Se n’è parlato dal 7 all’11 luglio a Notre Dame des Landes, a pochi chilometri da Nantes, in Francia, nell’ambito di un forum europeo ospitato dalle comunità che da più di 40 anni si oppongono alla costruzione di uno dei più grandi aeroporti d’Europa.

Un progetto assurdo sotto molti aspetti, rimasto a lungo nel cassetto del governo francese e rilanciato pochi anni fa dall’ex sindaco di Nantes Jean Marc Ayrault, oggi premier del nuovo esecutivo a guida socialista. Milioni di euro che secondo le amministrazioni locali e gli abitanti – in buona parte allevatori e agricoltori – finirebbero per essere buttati al vento. Nantes dispone già di un aeroporto, che funziona a nemmeno un terzo della capacità e si trova a una ventina di chilometri dalla ZAD (zona a diversa destinazione), creata dal governo nel 1972, rimasta però lettera morta. Nel corso degli anni, l’esecutivo ha acquistato circa 900 ettari di terra, ma 500 agricoltori hanno scelto di non vendere i rimanenti mille ettari inclusi nel progetto del mega aeroporto.

Da allora, in assenza di un confronto pubblico, le autorità governative hanno deciso di avvalersi dell’uso della forza, procedendo all’esproprio delle terre e, in questi giorni, all’emissione dei primi decreti di espulsione. Contadini e allevatori dal canto loro hanno scelto la resistenza non violenta, continuando a utilizzare le terre e rimanendo determinati a non andarsene. Anzi, hanno pure iniziato a sperimentare assieme nuove forme di gestione collettiva della terra, che secondo molti non può essere venduta o acquistata, ma solo impiegata per la produzione di cibo e nell’interesse comune, come ci spiega Michel Tarin, agricoltore in pensione e tra i primi oppositori del progetto. Lo stesso Forum si è tenuto sulla terra di Francois, allevatore già espropriato e membro del comitato No all’Aeroporto.

Una storia simile alle tante condivise dagli altri comitati che hanno co-promosso questo Forum, in continuità con il primo organizzato lo scorso anno in Val di Susa dai No Tav. L’alta velocità ferroviaria e le grandi opere collegate sono infatti tra le più contestate a livello europeo: dai Paesi Baschi alla Francia, dall’Italia fino all’Inghilterra, dove privatizzazioni e grandi opere hanno causato più danni che benefici alla collettività. A dimostrarlo, oltre alle associazioni di cittadini, è il Parlamento inglese. Lo scorso anno una sua commissione ha analizzato le centinaia di accordi “pubblico-privato” firmati dal governo di Sua Maestà, riconoscendo che nella maggior parte dei casi le intese hanno fruttato lauti profitti alle imprese coinvolte e altrettante perdite per il governo e i cittadini inglesi in termine di mala gestione e aumenti dei costi.

Nonostante tutto, le mega infrastrutture e le privatizzazioni sono al primo posto nell’agenda europea e degli Stati membri, in una formula perversa che continua a collegare le grandi opere a un modello di crescita economica e di sviluppo imposta dall’alto sui territori. Un modello che rischia di aggravare la situazione debitoria degli Stati e ritardare l’inizio della transizione necessaria verso un diverso paradigma economico incentrato sulla sostenibilità. Solidarietà e confronto tra le diverse realtà dei comitati locali sono stati il collante di questi quattro giorni, in cui i territori si sono dimostrati essere luoghi non solo di opposizione, ma soprattutto di sperimentazione di pratiche alternative, unica prospettiva possibile per uscire davvero dalla crisi.

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