Diga di Nenskra, le popolazioni locali ribadiscono la loro opposizione al progetto

Manifestazione contro la diga di Nenskra
Manifestazione contro la diga di Nenskra. Foto da www.bankwatch.org

La popolazione della Svanezia ha preso carta e penna e ha indirizzato una lettera aperta alle istituzioni georgiane e di grandi entità internazionali come le Nazioni Unite e la Banca mondiale per opporsi alla costruzione delle dighe nella loro regione, nel nord-ovest della Georgia. Di recente la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea per gli investimenti hanno approvato il finanziamento di circa un quarto della somma prevista per il progetto della diga di Nenskra (destinata a costare oltre un miliardo di euro), della cui costruzione si sta occupando da tre anni l’italiana Salini-Impregilo – sebbene i lavori stiano andando molto a rilento.

A seguire un estratto della lettera aperta.

Per noi la terra, l’acqua e la natura della Svanezia sono sacri e vitali. Noi siamo i custodi della natura unica della Svanezia, la cui protezione è uno dei nostri compiti supremi. Pertanto, stiamo vietando per sempre e per tutte le generazioni future la costruzione di qualsiasi progetto di infrastruttura che invada, danneggi e distrugga e rovini la natura unica della Svanezia!

Proibiamo in modo incondizionato la costruzione di centrali idroelettriche, miniere d’oro e qualsiasi altra attività che danneggi la natura, Ci opponiamo alla costruzione delle centrali idroelettriche in Svanezia, tra cui: Khudoni, Nenskra, Mestiachala e altre 50 dighe pianificate!

Richiediamo inoltre al governo della Georgia, alle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali di riconoscere gli Svan come popolazione indigena, visto che risiedono negli stessi luoghi di secoli e secoli. Richiediamo il riconoscimento dei nostri diritti di proprietà abituale. Inoltre, come definito dalle normative internazionali internazionale, chiediamo che nessuno dei progetti infrastrutturali venga approvato senza il nostro previo consenso.

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