Diga di El Quimbo in Colombia, un’eccellenza nefasta

Costruzione della diga di El Quimbo, foto da www.carmillaonline.org

[di Tancredi Tarantino]

E adesso chi glielo dice a Matteo Renzi che il fiore all’occhiello degli investimenti italiani in Colombia è stato chiuso niente di meno che dalla Corte costituzionale di Bogotà?

Nella sua recente visita in Sudamerica, il premier italiano aveva elogiato Enel e la diga di El Quimbo, parlando addirittura di “eccellenza mondiale dell’idroelettrico e delle rinnovabili”. Un’eccellenza a cui la Consulta colombiana, lo scorso 10 dicembre, ha ordinato la sospensione dei lavori.

Lo sbarramento, costruito da Salini-Impregilo e gestito da Enel, è un investimento interamente italiano il cui costo si aggira attorno al miliardo di dollari. Mentre l’energia prodotta sarà destinata all’esportazione e al settore minerario, le comunità locali denunciano gli impatti sociali e ambientali che la grande opera sta causando nel dipartimento del Huila.

Proprio per far fronte a tali conseguenze negative ed evitare l’inquinamento del fiume Magdalena, il più lungo del Paese, a febbraio 2015 il Tribunale amministrativo del Huila aveva ordinato la sospensione del riempimento dell’invaso da parte di Emgesa, la società colombiana controllata dalla nostra Enel.

Pochi mesi dopo, con un decreto di emergenza, il presidente Juan Manuel Santos aveva autorizzato la ripresa dei lavori. La motivazione era che bisognava rendere navigabile il Magdalena per permettere il trasporto fluviale di combustibile verso la frontiera con il Venezuela.

La misura però non ha convinto la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi in seguito a una richiesta di annullamento del decreto presidenziale presentata direttamente dal Procuratore generale colombiano, Alejandro Ordóñez Maldonado.

Dopo aver studiato i documenti ricevuti dalla Procura generale, la Consulta ha ordinato la sospensione delle operazioni di El Quimbo e il rispetto delle misure cautelari decise dal Tribunale del Huila.

Una volta che la decisione diventerà esecutiva, Enel dovrà chiudere i rubinetti di El Quimbo e riparare i danni causati dall’opera.

Il pronunciamento della Corte colombiana arriva pochi giorni dopo un’altra brutta storia che coinvolge l’azienda a partecipazione statale. Emgesa ha infatti denunciato Miller Dussán Calderón, uno dei protagonisti delle proteste locali contro il mega sbarramento italiano, con l’accusa di istigazione all’occupazione di terre e danni all’ambiente.

Mentre un tribunale amministrativo, il procuratore generale e la Corte costituzionale chiedono a Enel di sospendere le attività e riparare i danni ambientali, l’azienda se la prende con le comunità locali accusandole addirittura di essere state loro a causare danni all’ambiente.

In difesa di Dussán, che è professore dell’Università Surcolombiana e presidente di Asoquimbo, l’associazione delle vittime di El Quimbo, sono già intervenuti l’Osservatorio mondiale contro le torture e la Federazione internazionale dei diritti umani, che hanno manifestato la loro preoccupazione per la “persecuzione giudiziaria ai danni di Miller Dussán”.

Ma per Renzi, si sa, si tratta dei soliti gufi. Evviva l’eccellenza italiana.

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