C’è chi negozia soldi in Russia o chi combatte per questa. Re:Common sta con EcoDefense

Manifestazione di solidarietà per Ecodefense! Dalla pagina facebook di Ecodefense! https://www.facebook.com/ecodefense.russia/

[di Antonio Tricarico]

Nelle ultime settimane si è parlato tanto di Russia per varie vicende italiote. Il “Russia-gate” della Lega, ancora tutto da chiarire, ha dominato le cronache politiche e giudiziarie. Ma se la giustizia e la politica faranno il loro corso – ahimé lento e tortuoso – rimane ineccepibile che italiani vicini alla Lega per interessi propri o politici goffamente abbiano tentato di negoziare un trasferimento di fondi coinvolgendo l’immancabile cane a sei zampe italiano.

Allo stesso tempo, con un po’ meno attenzione, emergono storie che riguardano i mercenari o foreign fighters ideologizzati italiani che combattono a fianco dei russi in Donbass, nell’Ucraina orientale occupata dalle truppe di Mosca. In questo caso interessante che sia da estrema destra che da estrema sinistra cittadini italiani scelgano la lealtà a Putin per portare, a loro dire, giustizia o ordine in chiave anti-occidentale. Insomma voglia di uomo forte – dotato anche di borsa forte – che fa scegliere in tanti Putin e la sua Russia tornata ad avere ambizioni imperiali in salsa capitalista.

Noi di Re:Common guardiamo con profondo sospetto e riprovazione questa scelta, non credendo affatto che la leadership di Putin sia trasformativa o vicina alla causa di chi resiste l’estrattivismo e la dominazione. Proprio in questi giorni gli sviluppi giudiziari che perseguitano il nostro partner russo, Ecodefense, ci confermano i nostri forti timori. Non vogliamo affatto muovere un generico appello per la poca democrazia in Russia (come se la nostra brillasse), ma una denuncia chiara della pesante repressione contro chi resiste al fianco delle comunità impattate dalla devastazione in Russia.

Ecodefense è una delle più antiche organizzazioni ambientaliste in Russia. Dalla sua fondazione a Kaliningrad nel 1989, ha combattuto con successo contro i progetti nucleari e carboniferi russi. Nel 2014, il governo russo ha ufficialmente etichettato Ecodefense come “agente straniero” perché questa aveva persuaso gli investitori europei a non investire in una centrale nucleare nei pressi della città. L’Enel italiana era tra gli sponsor del progetto e poi rinsavì abbandonando la follia del ritorno al nucleare in Italia, come della promozione di questo all’estero.

Inoltre, in questi ultimi mesi, Ecodefense ha impedito per la prima volta l’apertura di una nuova miniera di carbone nella regione di Kuzbass in Siberia, prevenendo così nuove devastazioni ed emissioni clima alteranti.

Il Ministero della Giustizia russo ha avviato 28 procedimenti contro Ecodefense per inadempienza con la legge, con conseguente ammenda di 30.000 euro, che Ecodefense non ha pagato. Nel maggio 2019, la situazione è ulteriormente peggiorata: le autorità russe hanno avviato 5 procedimenti penali contro Ecodefense. Queste accuse potrebbero comportare una pena detentiva fino a due anni per Alexandra Koroleva, direttrice dell’organizzazione.

Per tutti i governi estrattivisti, quali quello russo o quello italiano in Val Susa o nel Salento, la resistenza delle comunità locali va repressa. E a maggior ragione chi le aiuta e le sostiene nel loro processo di auto-determinazione. Non possiamo perciò che stare con Ecodefense, e non con chi chiede oscuramente soldi ai russi o combatte con l’ex armata rossa abbracciando il progetto estrattivista. E non c’è giustificazione geopolitica o teoria sul “nemico del mio nemico che è mio amico” che regga.

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