Un’inchiesta dell’organizzazione inglese di giornalisti investigativi Finance Uncovered ha svelato nuovi particolari sul caso OPL 245, la controversa acquisizione di un mega blocco petrolifero in Nigeria da parte di Eni e Shell, per il quale le due multinazionali e alcuni dei loro top manager andranno a processo nei prossimi mesi in Italia.
Due bonifici da 400 milioni di dollari destinati a politici e nigeriani sarebbero passati tramite la sede londinese della JP Morgan. Più della metà degli 800 milioni depositati sui conti della banca d’affari statunitense sono stati convertiti in contanti poi dispersisi in mille rivoli, mentre decine di milioni sono serviti per acquistare jet, automobili blindate e altri beni di lusso. Denaro, quindi, mai impiegato per alleviare la povertà nel Paese africano.
Perché la JP Morgan non ha segnalato alle autorità competenti questi passaggi così oscuri di denaro, così come le stesse autorità britanniche da parte loro non hanno sollevato alcuna obiezione? Questi sono i principali interrogativi che Finance Uncovered e le organizzazioni che da anni seguono il caso OPL 245, tra cui Re:Common, si pongono al pari del governo nigeriano, che ha intentato una causa civile alla JP Morgan presso una corte londinese. L’esecutivo di Abuja ha chiesto un risarcimento di 875 milioni di dollari. L’istituto di credito ha tempo fino al termine di marzo per presentare la sua posizione in merito al procedimento.