Caso Opl 245, la soffiata dell’ambasciatore olandese

Foto di Antonio Martin/ CC BY-SA. Wikimedia Commons

[di Luca Manes]

Il caso OPL245 si arricchisce di un nuovo personaggio, anch’egli tutt’altro che banale. Si tratta dell’ex ambasciatore olandese in Nigeria Robert Petri, che in base a quanto riportato dal quotidiano dei Paesi Bassi NRC lo scorso 5 giugno, avrebbe “passato” alla Shell delle informazioni confidenziali proprio sull’indagine per corruzione legata all’aggiudicazione del ricco giacimento petrolifero offshore. La multinazionale anglo-olandese Shell e quattro suoi manager, insieme all’Eni e vari esponenti dei vertici dello stesso cane a sei zampe, sono a processo a Milano per il presunto pagamento di una tangente di 1,1 miliardi di dollari a funzionari e politici locali al fine di assicurarsi il lucroso contratto.  

Al principio del 2019, Petri è stato sollevato dall’incarico di ambasciatore e costretto a lasciare la capitale nigeriana Abuja per fare un prematuro ritorno nei Paesi Bassi. Secondo l’NRC, ciò è avvenuto dopo un’indagine sull’integrità di Petri svoltasi alla fine del 2018 e una successiva indagine “sull’ambiente di lavoro” presso l’ambasciata olandese in Nigeria condotta nelle prime settimane del 2019.

L’indagine sull’integrità di Petri è stata avviata dopo una denuncia su un viaggio che Petri e sua moglie avevano fatto usufruendo di un aereo di una compagnia di gas nigeriana della quale la Shell risulta essere azionista. L’indagine ha anche rivelato che alla fine del 2017 Petri e la sua consorte avevano incontrato nella sua abitazione il direttore della controllata nigeriana della Shell, condividendo con lui informazioni riservate su un’imminente visita del FIOD, il dipartimento investigativo dell’autorità fiscale olandese, che di lì a pochi giorni avrebbe svolto una missione nel Paese africano proprio per raccogliere informazioni sul presunto caso di corruzione sulla licenza OPL245.

Queste informazioni avrebbero alimentato crescenti tensioni all’interno dell’ambasciata. Nei mesi successivi alla fuga di notizie, il ministero degli Affari esteri olandese ha ricevuto molteplici “segnali” in proposito, riferisce il quotidiano. Una situazione talmente tesa e di cui in Nigeria si iniziava a parlare così tanto che nel maggio del 2018 l’attivista Godwin Ojo, di Friends of the Earth Nigeria, ha riferito al ministero che Petri stava “proteggendo la Shell”, mentre il sacerdote locale Edward Obi ha inviato una lettera allo stesso dicastero degli Esteri olandese chiedendo “se l’ambasciatore Petri fa gli interessi del governo dell’Aja, o ha scelto la Shell?”.

Il ministero degli Affari esteri non ha potuto far altro che confermare a NRC che nel 2018 era stata avviata un’indagine dopo “la ricezione di un rapporto sull’allora ambasciatore”. Nell’articolo del quotidiano si legge che “l’indagine e le sue conseguenze sono riservate” e che la Shell ha confermato al giornale di aver ricevuto informazioni dall’ambasciatore riguardo alla visita della FIOD, negando però di aver “utilizzato” le informazioni. Posizione quanto mai singolare, ma che di fatto “inguaia” ancor di più il signor Petri, il quale si è guardato bene dal rilasciare dichiarazioni ai giornalisti di NRC. 

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