Amara giustizia e dintorni

Un fotogramma della puntata di Report di lunedì 15 aprile 2019

[di Luca Manes]

Un avvocato uscito dritto dritto dalle nebbie mefitiche di Gotham City. Un intreccio di relazioni con finalità illecite e di atti “non istituzionali” di fattura a dir poco dubbia.

Ma anche un modello di governance di quella che è la più importante multinazionale italiana, l’Eni, con significativa quota di partecipazione dello Stato, che fa acqua da tutte le parti. Un colabrodo descritto con dovizia di particolari da chi ha cercato di cambiare le cose dall’interno – l’economista Luigi Zingales – ma ha subito un accanito ostracismo. La tavoletta di terracotta immaginaria consegnata a Zingales vedeva addirittura il suo nome accostato a un’accusa di diffamazione aggravata. Un paradosso così sconclusionato da venir poi per fortuna sconfessato da pubblici ministeri con la schiena dritta e nessuna amicizia “pericolosa”.

Il tentativo un po’ cialtrone e casereccio di depistaggio dell’inchiesta sulla corruzione per la vicenda del blocco petrolifero OPL 245 è stato così poi smascherato. Queste e tante altre cose ci ha raccontato il pezzo confezionato da Luca Chianca e Alessia Marzi per l’ultima puntata di Report, forse passato un pizzico in sordina solo per il concomitante incendio di Notre Dame a Parigi.

Siamo in attesa delle ulteriori sentenze proprio per il caso OPL 245 – due intermediari sono già stati condannati a quattro anni di reclusione con rito abbreviato – e dei risultati delle indagini sul depistaggio. Certo è che l’avvocato Pietro Amara, legale dell’Eni fino a qualche mese fa anche nel processo in corso a Potenza per supposti atti criminosi in Basilicata, ha “accettato” una pena di tre anni dopo aver raccontato le sue malefatte ai giudici – e in parte al buon Luca Chianca. L’Eni si trincera dietro le prevedibili dichiarazioni di prammatica e si “dissocia” dall’avvocato Amara, ma non dispiega la macchina da guerra comunicativa messa in campo in passato – vedi la famosa “contro-narrazione su Twitter” su OPL 245 andata in rete durante la prima delle due puntate di Report incentrate sul caso.

Ne prendiamo atto, ma ci piacerebbe sul serio saperne di più sulle tante scorie che hanno inquinato vari passaggi dell’inchiesta sulla presunta tangente miliardaria e anche sulla reale entità dei rapporti tra Amara e il Cane a Sei Zampe, che all’avvocato pare abbia versato ben 11 milioni di euro fra il 2003 e il 2017 a fronte di alcune parcelle non sempre così “chiare”. O meglio, da quanto si apprende decisamente “opache”, come tanti passaggi di tutta questa storia di mazzette e petrolio.

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