Forum di Edimburgo, la natura non si privatizza!

Al Forum di Edimburgo anche Loch Ness è in vendita - 21 nov 2013, foto Re:Common

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21 Novembre 2013 – Questa mattina a Edimburgo vari attivisti accorsi da tutta l’Europa, tra cui anche gli italiani di Re:Common, hanno inscenato una protesta in occasione dell’apertura dei lavori del primo forum mondiale sul Capitale Naturale. Il meeting è in programma nelle giornate di oggi e domani nella capitale scozzese e rappresenta un ulteriore passo verso la privatizzazione della natura tramite l’assegnazione di un valore finanziario nei suoi confronti

Le compagnie presenti alla conferenza, tra cui l’RBS, la Coca Cola, Rio Tinto e KPMG, si adopereranno infatti per la creazione di nuovi mercati per l’acqua, l’aria, la terra e le foreste.

Le multinazionali e i governi sostengono che, assegnando un valore finanziario alla natura, sarà più facile proteggerla. Una scusa bella e buona, ribattono le organizzazioni presenti a Edimburgo, che invece ritengono che in questo modo si voglia semplicemente privatizzare la natura, consentendo la svendita di acqua, aria, terra e foreste a società private.

Stunt a Edimburgo davanti al Forum sul capitale naturale, foto Re:Common

C’è il fondato timore che questa “mercificazione” di natura porterà alla creazione di mercati finanziari per le risorse naturali, con gli operatori che effettueranno ricche speculazioni basate sul valore artificialmente assegnato agli ecosistemi. I precedenti tentativi di creare mercati sulle foreste e sul carbonio non sono riusciti a prevenire la deforestazione e a ridurre le emissioni di carbonio, mentre la speculazione finanziaria sulle materie prime ha provocato una crescita esponenziale del costo dei prodotti alimentari di base.

“Pensiamo che la natura sia un bene comune, un valore inestimabile in termini economici e un elemento vitale per tutti gli esseri umani” ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common, presente a Edimburgo. “Non siamo disposti a trasformare la natura in una merce che viene venduta al miglior offerente o, peggio ancora, a lasciare ai mercati finanziari la decisione su quale sia il prezzo giusto per un pezzo di bosco o un fiume pulito. I precedenti tentativi di creare un mercato per la natura sono stati un completo fallimento. Basta dare un’occhiata al mercato del carbonio e alla sua totale incapacità di assolvere al compito per cui è stato progettato, ovvero diminuire le emissioni di anidride carbonica “ ha concluso Tricarico.

 

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