Carbone in Colombia, l’intervento di Re:Common all’Assemblea degli azionisti di Enel

Miniera Caypa, complesso del Cerrejòn, La Guajira, Colombia. Foto ©Re:Common

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Re:Common è un’associazione che ha lo scopo di produrre un cambiamento strutturale nella società attraverso un controllo democratico della finanza, così come promuovendo una gestione democratica dei beni comuni, in solidarietà con le persone che subiscono un modello di sviluppo dannoso e ingiusto, sia nel Sud del mondo che in Italia e in Europa.

Oggi siamo qui per aggiornarvi sugli sviluppi relativi alle azioni di altre società energetiche coinvolte nella catena di fornitura del carbone dalla regione del Cesar, in Colombia. Perché in altri paesi stanno accadendo molte cose e alcune compagnie stanno iniziando ad assumersi le loro responsabilità.

Nel novembre 2014, rappresentanti della società Vattenfall, di E.ON, di RWE e di Engie si sono recati nel Cesar con il ministro olandese del Commercio con l’estero. Hanno riconosciuto pubblicamente la questione delle vittime della violenza paramilitare e hanno invitato le compagnie minerarie Drummond e Glencore/Prodeco a impegnarsi in un processo di riconciliazione.

Nel febbraio 2015, la società energetica tedesca EnBW ha condotto una missione sul campo in Cesar, insieme con alcune Ong, e ha pubblicamente riconosciuto il problema delle vittime e la questione della riconciliazione.

Nel marzo 2016, il comune di Amsterdam ha invitato le aziende energetiche, di trasporti e quelle portuali ad assumersi in modo più serio le proprie responsabilità sulla catena di approvvigionamento del carbone e di agire per realizzare passi concreti e tangibili da parte delle società minerarie del Cesar per compensare le vittime.

Nell’aprile 2016, la società energetica danese Dong, un altro dei membri fondatori di Bettercoal, ha annunciato di aver sospeso le importazioni di carbone da Prodeco in attesa di un piano d’azione che comprenda dei risarcimenti per le violazioni dei diritti umani, dopo che nel 2006 si era già disimpegnata da Drummond per il suo presunto legame con l’assassinio di tre dirigenti sindacali nel 2001.

Alla metà maggio di quest’anno la società energetica svedese Vattenfall, uno dei membri fondatori di Bettercoal, non solo ha sollecitato pubblicamente un processo di riconciliazione in Cesar, ma ha anche intensificato le sue richieste nei confronti di Drummond e Prodeco. Ha inoltre affermato che sospenderà le sue relazioni commerciali con le due compagnie, qualora queste non rispetteranno tali richieste.

Una settimana più tardi il ministro svedese dell’Industria ha riferito in Parlamento di considerare molto seria la questione dei diritti umani in Cesar e di avere grandi aspettative su come la compagnia statale Vattenfall tratterà la questione.

La settimana scorsa, parlamentari olandesi di tre dei principali partiti del Paese hanno chiesto pubblicamente di sospendere l’importazione di carbone dal Cesar, in attesa di misure concrete da parte delle compagnie minerarie in merito alle compensazioni.

Infine, proprio ieri è stato reso noto che la grande banca francese BNP Paribas nel 2014 aveva inserito la Drummond nella sua lista nera, a causa di controversie su aspetti di governance socio-ambientale, compresi i diritti umani, e ha deciso di non fornire più servizi finanziari alla società fino a nuovo ordine.

Tutto ciò dimostra che alcune aziende e governi stanno iniziando a prendere coscienza della gravità dei fatti, di come nella regione mineraria del Cesar fra il 1996 e il 2006 3.100 persone siano state assassinate e altre 55mila sfollate. Negli stessi anni l’Europa ha continuato a importare centinaia di milioni di tonnellate di carbone da quella regione, senza affrontare in maniera seria la questione delle vittime e senza fare pressione sulle compagnie minerarie. Ora finalmente ci si sta attivando. Soprattutto nel Nord Europa, dove si sta procedendo con il phase out del carbone, c’è una grande urgenza di utilizzare la leva commerciale per affrontare gli impatti sui diritti umani.

Eppure ENEL non ha ancora preso nessun serio impegno su questo tema e si nasconde dietro Bettercoal. ENEL non ha neppure voluto ricevere una delegazione internazionale dalla Colombia e dall’Olanda, nella quale era presente la figlia di una delle vittime, quando è venuta Roma tre settimane fa, nonostante la richiesta di incontro fosse stata inviata due mesi prima.

Vogliamo per tanto rivolgervi le seguenti domande:

  1. 
ENEL è dell’opinione che le decisioni finora adottate da Dong e BNP Paribas, attori direttamente coinvolti nella filiera del carbone proveniente dal Cesar, siano basate su prove insufficienti?
  2. 
ENEL è consapevole di essere molto indietro nell’assumersi le proprie responsabilità in merito alla questione delle vittime nella regione mineraria del Cesar?
  3. 
ENEL è disposta a riconoscere pubblicamente l’importanza di affrontare il problema delle compensazioni per le violazioni dei diritti umani nella regione mineraria del Cesar?
  4. 
ENEL è pronta a usare la propria influenza commerciale, come previsto dalle norme internazionali, al fine di contribuire a favorire delle compensazioni per le vittime della violenza nel Cesar?

Per leggere il rapporto di Re:Common “Profondo Nero”: https://recommon.org/profondo-nero-la-via-del-carbone/

Per vedere il video di Bruno Federico e Nadja Drost, prodotto da Re:Common “La Via del Carbone”: https://youtu.be/B0DPr5MTRd4

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