Strage di minatori in Sudafrica. Che cosa fa la Banca mondiale?

Proteste in Sudafrica dopo la strage di Marikana (foto Pan-African News Wire)
Proteste in Sudafrica dopo la strage di Marikana (foto Pan-African News Wire)

La triste notizia dell’uccisione di 34 operai presso la miniera di platino di Marikana in Sudafrica ha fatto il giro del mondo, e non poteva essere altrimenti. Sono anni che pezzi di società civile locale e internazionale denunciano i problemi legati allo sviluppo del settore estrattivo del Paese, evidenziando come un ruolo tutt’altro che secondario lo abbia sempre giocato la Banca mondiale.

I banchieri di Washington sono coinvolti, sebbene in maniera indiretta, anche nel caso della miniera di Marikana. Spulciando i documenti ufficiali, infatti, si apprende che la società che la gestisce, la britannica Lonmin, nel 2006 ha ricevuto un prestito decennale di 100 milioni di dollari dall’International Finance Corporation (il ramo della Banca che eroga finanziamenti al settore privato).

Anche alla luce degli annosi problemi legati alla conduzione della miniera e ai suoi impatti sociali, alcune Ong hanno chiesto al neo-presidente della World Bank Jim Yong Kim di rivedere la posizione dell’istituzione nel progetto. Per ora è ancora attesa una risposta.

Resta aggiornato, iscriviti alla newsletter

Iscrivendoti alla newsletter riceverai aggiornamenti mensili sulle notizie, le attività e gli eventi dell’organizzazione.


    Vai alla pagina sulla privacy

    Sostieni le attività di ReCommon

    Aiutaci a dare voce alle nostre campagne di denuncia

    Sostienici