La crisi climatica e il perdurante sfruttamento dei combustibili fossili in prima serata sulla RAI.
La nuova puntata di Presa Diretta, intitolata “Petrolio, il tempo perduto”, riprende ampiamente i temi delle campagne di ReCommon, con vari interventi dei nostri campaigner. Dalle emissioni fuggitive dei gasdotti, all’inquinamento petrolifero in Nigeria, passando per il massiccio sostegno del mondo della finanza al comparto dei combustibili fossili, Presa Diretta spiega perché gli interessi dei “soliti noti” continuano a prevalere su quelli del Pianeta.
Petrolio, il tempo perduto
"Le grandi multinazionali dell'energia fossile sono disposte a spostare entro il 2050 il loro business sulle energie rinnovabili?". Presa Diretta, Lunedì 27 settembre 2021, h. 21,20, Rai3
Guarda la puntata su RaiPlayNegli ultimi 10 anni l’utilizzo di combustibili fossili è rimasto invariato, pari a oltre l’80% dell’energia utilizzata. Sebbene a parole tutti i governi promettano di ridurre le emissioni di gas killer del clima, poi nella pratica favoriscono o quanto meno non bloccano nuovi progetti per l’estrazione dei combustibili fossili. E le grandi compagnie del settore continuano a puntare su gas e petrolio, senza avere nessuna intenzione di cambiare il loro business.
Per approfondire i nostri contributi ai temi della puntata:
La maledizione del petrolio
È un paradosso, ma il petrolio è una maledizione soprattutto per quei paesi che possono contare su delle riserve ingenti. Un caso emblematico è quello della Nigeria, dove l’estrazione dell’oro nero, con Eni e Shell in prima fila, ha avuto pesanti ricadute sull’ambiente e sulle comunità locali. Per questo il petrolio va lasciato sotto terra.
La favola del gas
Le multinazionali del settore e i governi ci raccontano la favola del gas fonte alternativa al petrolio, capace di ridurre le emissioni di CO2. La realtà è che il gas è anch’esso un combustibile fossile e che dai gasdotti fuoriescono emissioni killer del clima, come dimostrano studi e ricerche che troppo spesso le istituzioni ignorano.
Finanza Fossile
Impianti per l’estrazione petrolifera, oleodotti, raffinerie. Opere mastodontiche, che per essere realizzate necessitano di fiumi di denaro. Miliardi di euro e dollari messi a disposizione dalle istituzioni finanziarie, ovvero banche e assicurazioni, sempre di più etichettate come gli eroi negativi della lotta ai cambiamenti climatici.